venerdì 30 dicembre 2016

Natale di solidarietà.

Omai è parte della tradizione scolastica.
Anche quest'anno nella scuola media Ada Negri di Villaricca si è tenuta  la "Manifestazione di solidarietà", incentrata sulla vendita a scopo di  beneficenza dei prodotti del laboratorio artistico e affiancata da numerose altre attività.


La Manifestazione è momento conclusivo del progetto "Aspettando il Natale" che coinvolge anche gli alunni diversamente abili nella realizzazione di manufatti artistici:   il laboratorio è luogo e momento d’integrazione per tutti i ragazzi della scuola.





Molti momenti di "spettacolo" hanno arricchito l'evento: dalla rappresentazione teatrale "Natale... dov'è finito?" realizzato dalle classi I e II F, agli intermezzi musicali  - il piccolo grande coro delle classi I A, I C e I G diretto dalla prof. Falasca,  i concerti per flauti e diamoniche  delle classi II A, II C, III A, III G, III C, solo per citarne alcuni -  durante i quali alunni di classi diverse hanno lavorato insieme  sperimentando già nelle prove la bellezza  del muoversi all’unisono verso  obiettivi comuni: integrazione, collaborazione, solidarietà ma anche festa.






I proventi della vendita di beneficenza saranno devoluti  all'UNICEF.

Buon anno nuovo!





martedì 13 dicembre 2016

Premio Letterario Minerva "Letteratura per ragazzi" - Ottava edizione

Al Premio Letterario Minerva "Letteratura per ragazzi" ci siamo stati anche noi della scuola media 
ADA NEGRI di Villaricca!


  
Ecco un passo dall'articolo pubblicato da teleclubItalia.it.

"Giugliano. Il palazzo Palumbo apre le porte ai giovanissimi studenti delle scuole medie di Giugliano e Villaricca per un importante appuntamento: l’ VIII edizione del premio Letteratura per ragazzi, tenuta stamane dall’Associazione Minerva.
Dopo il coinvolgimento dei licei delle province, infatti, hanno colto l’invito anche gli istituti G. B. Basile, Gramsci – Impastato, Ada Negri e Siani, salutati e ringraziati calorosamente della presidente dell’Associazione Bianca Granata, che ha esortato docenti, genitori e ragazzi ad acquisire e coltivare insieme il piacere per la letteratura e la cultura.
I finalisti di quest’edizione sono Fulvia Degl’Innocenti con Portami con te, Lorenza Ghellini con Almeno il cane è un tipo a posto e Roberto Morgese con E…lezioni in classe! . Gli scrittori, trovandosi a loro agio tra i ragazzi, hanno risposto con piacere alle loro domande ed hanno definito l’incontro arricchente, gratificante e profondo."*



Ma chi sono i tre scrittori finalisti del Premio Minerva?

Nata a La Spezia , Fulvia Degli  Innocenti ha una laurea in pedagogia, ha seguito un corso di giornalismo, ha collaborato e collabora con molti giornali e ha condotto programmi radiofonici. La giovane donna dai capelli corti e neri e dal sorriso  contagioso é madre  di due ragazzi e vive a Milano.
Fulvia ama interagire con i ragazzi, infatti, dirige la collana di narrativa "Il parco delle storie". Ha scritto svariati libri, la maggior parte per i giovani, con cui ha vinto molti premi tra cui il "premio bancarellino 2011". Fulvia  rifiuta le etichette sui ragazzi e combatte la massificazione. Il padre per lei é stato un modello da seguire, ció nonostante, quando decise di spiccare il volo e i genitori cercarono di fermarla,  lo fece ugualmente. Ha partecipato al Premio Minerva con il libro "Portami con te".
(Scheda a cura di Francesca Maisto, III F)



Lorenza Ghinelli è una bella signora dai capelli rossi e ricci, molto simpatica e con una vocina tanto graziosa. Nella sua ricerca artistica ha esplorato diversi linguaggi: teatro, danza, fotografia, pittura e montaggio, ma lo strumento espressivo che predilige è la scrittura.
Il suo romanzo d'esordio è "Il Divoratore".Altri libri sono stati "Con i tuoi occhi" , "Sogni di sangue" , "La colpa", Ha partecipato al premio Minerva con il libro "Almeno il cane è un tipo a posto" , che racconta di "un’intera galassia di amici, parenti e adulti alle prese con una tempesta di incontri e scontri che nel corso di una manciata di giorni li cambierà per sempre."
Attualmente la scrittrice collabora con la Scuola Holden come docente.
(Scheda a cura di Christian Micillo  III F)






Il brillante Roberto Morgese insegna in una scuola primaria, è appassionato d'arte e natura, scrive libri per bambini di tutte le età e anche per adulti. 
Ha l’abitudine di scrivere all’alba, alle cinque del mattino, e il suo più fidato consigliere, per quanto riguarda personaggi e storie, è un bambino, suo figlio.
Ha partecipato al premio Minerva con il libro "E...lezioni in classe", in cui la 2 B decide di eleggere un capo classe e il professore crea una strategia per far capire loro che sono capaci di gestirsi in modo collettivo senza bisogno di una "guida" da seguire.
(scheda a cura di Emanuele Pagano III F)




A proposito di domande, ecco le nostre, con le relative risposte.

Nel libro “Portami con te” il protagonista Florentin vive inizialmente a Lesini, una città immaginaria della Romania. Il suo percorso lo porta in due città reali, Jesi e Livorno. Perché ha deciso di inventare una città per Florentin? 
FULVIA DEGLI INNOCENTI: Curioso , questa domanda me l’hanno fatta già in tanti, quindi è una cosa che incuriosisce molti ragazzi. Prima di scrivere questo romanzo mi sono documentata e ho parlato con una persona di un’associazione che lavora con gli orfani bianchi in un villaggio della Romania e mi ha mandato un sacco di fotografie. Visto che non ci sono mai stata, ho creduto fosse più corretto inventare un villaggio. Ho preferito tratteggiarne uno ideale che ha anche le caratteristiche di un villaggio reale.

Uno dei temi del suo libro è l’omosessualità femminile. In genere si pensa all’omosessualità come maschile. Perché ha scelto di assegnare un ruolo importante ad una coppia al femminile? Per stupire, per educare o per cosa?
LORENZA GHINELLI: Io avrei potuto scrivere di una coppia etero sessuale però la letteratura ha anche lo scopo di descrivere l’attualità e soprattutto di smontare degli stereotipi. Per me era importante avere una storia felice e serena che potesse dimostrare anche la realtà. Ho usato le donne per parlare poi del “cyber-bullismo”, infatti nel libro Massimo e Filippo pensano per un attimo di poter uscire dalla situazione in cui sono stati messi dai bulli attraverso le foto che poi venderanno ai ragazzi piu grandi , attraverso la conoscenza diretta delle omosessuali.

Un elemento del suo libro che mi ha molto colpito riguarda scelta nella famiglia di Florentin, di assegnare nomi di fiori ai suoi membri, che svela un interesse particolare verso la natura. Qual è il suo rapporto con la natura? 
FULVIA DEGLI INNOCENTI: Che domanda originale. Quando uno crea un personaggio si parte sempre da un nome , ed io ho dato questo nome che assomiglia per assonanza al nome del mio secondo figlio, Valentino. Lo scrittore si lascia condurre dalla sua immaginazione, e ciò mi ha condotto a fare questa connessione , “Florentin ha un nome di un fiore e per questo tutti si chiameranno con questa caratteristica come molte tradizioni nelle famiglie collegate ai nomi” (…).
Il mio rapporto con la natura. Io amo moltissimo i paesaggi della natura. Mi rendono serena. Per quanto riguarda i fiori, la mia casa non è piena di fiori, perché riescono a dare una bella sensazione ma sono molto tristi, sono morti. Ho avuto molti animali nella mia vita: pesci rossi, criceti ed ho una fantastica cagnolina bianca che si chiama Sofia.

Ancora sul rapporto tra uomo e natura. La dedica del suo libro è “per i frutti i fiori e Margò”. I frutti e i fiori sono immagino dei simboli, ma Margò? E’ un personaggio del romanzo, ma è anche una persona reale? E chiedo anche agli altri autori. Quanta esperienza o  vita reale c’è nei vostri libri, e quanto invece è solo invenzione, immaginazione? 
LORENZA GHINELLI: Margò è il personaggio creato prima di tutti. Io da bambina ero molto simile a Margò. I libri che scrivevo prima erano molto cupi, questo è un libro che dedico a me stessa, infatti questo romanzo è stato un tributo alla mia infanzia. Come Margò ho vissuto molti momenti così. Anche a me è capitato di incontrare un Vito, una Celeste, un Filippo.

Del suo libro mi ha colpito una frase. “Avevano ragione i tuoi compagni: un vero capo non ha mai paura di fare la cosa giusta”. Per lei “essere un capo” significa non avere paura di fare la cosa giusto e cosa ancora? Cosa significa essere un capo?
ROBERTO MORGESE: Questa è una domanda difficile, cosa significa essere un capo? Significa che non ti imponi, che gli altri riconoscono le tue qualità.
Io l’ ho proposto anche alla mia classe. Si erano candidati diversi ragazzi. A un certo punto uni dei miei ragazzi nel proprio programma elettorale ha detto “se sarò eletto capo tutti gli intervalli saranno di tre quarti d’ora”. È stato eletto subito e quindi riconosciuto capo , o meglio votato, dopo di che tutti chiedevano atto della sua promessa e ovviamente non riusciva ad esaudirla perché ci sono dei regolamenti, avrebbe  significato perdere una lezione importante, come il laboratorio di scienze, o la palestra. Quindi non funzionava. E in questo caso lui era un capo,  ma nei fatti non lo era. Essere capi significa mantenere le promesse, impegnarsi per gli altri ed essere un punto di riferimento. 

Ancora una frase.” Se uno non vuole avere grane è bene che si adatti. Ma io non so se ce la faccio”. E chiedo quanto condivide il principio dell’adattarsi per non avere grane.
LORENZA GHINELLI
Ti rispondo con una domanda che mi hanno fatto in una classe, una ragazza mi ha detto “una persona che subisce il bullismo che cosa deve fare? Deve cambiare qualcosa di sé o del bullo?” Allora se avessi risposto in modo stereotipato sarebbe tutto molto facile e ci abbiamo ragionato insieme. Infatti abbiamo sperimentato che tutti dobbiamo cambiare quando qualcosa non va e questo peso su una persona che subisce violenza è farle violenza due volte. Ecco il problema si è esteso e non riguarda solo il bullo e chi subisce, ma riguarda tutti anche quelli che guardano e che stanno zitti, invece si dovrebbe fare qualcosa.

Un’altra frase ancora. “Vedrai Florentin, riporteremo la musica nelle nostre vite. E lo faremo tutti insieme.” Cosa significa per lei portare la musica nella vita? E lei come porterebbe la musica nella vita degli altri?
FULVIA DEGLI INNOCENTI: Che domande bellissime che state facendo, incredibile molto bravi. Dico questo perché agli scrittori capita spesso di andare nelle classi e avere domande un po’ ricorrenti, poi ci sono domande come queste che ti spiazzano! La musica è un armonia. Io ho rincominciato a suonare il pianoforte, uno strumento che suonavo da giovane, e per produrre un armonia devono stare bene insieme. Nella vita di una famiglia l’armonia significa stare bene insieme, avere ruoli, dialoghi, serenità  e ovviamente quella che era accaduto nella famiglia di Florentin aveva rotto quell’armonia portando un rumore assordante. Cioè vuoto, rumore, dolore quindi portare la musica fa si che ci sia un insieme dove ogni strumento va d‘accordo con l’altro e produce una musica orecchiabile. 

Lei fa riferimento a problemi attuali come problemi relazionali come bullismo ecc... Lei vuole spronare i lettori a superare i propri problemi? Voi pensate che un libro possa aiutare a superare i propri problemi?
LORENZA GHINELLI: Mi piacerebbe tantissimo che dopo aver letto il libro un ragazzo  trova la voglia di parlare di un problema, magari con gli amici con cui non ha avuto mai il coraggio di parlare.  Credo che i tabù siano nocivi e ho voluto affrontare tanti argomenti. Se ci pensi all’inizio sono tutti soli nella loro sofferenza, quindi a me interessa parlare di questi problemi.
FULVIA DEGLI INNOCENTI: Credo cosi tanto che i libri possano cambiare la vita da  fare mio questo argomento nel  libro “la Libraria” , Racconta di una libraria molto speciale:  i suoi clienti, che sono un po i suoi pazienti, le raccontano i loro problemi e lei gli consiglia un libro speciale, che li aiuterà a risolvere quel nodo stretto che stringe il loro cuore e li impedisce di essere liberi e felici. Quindi ci credo tanto. E credo che ogni storia ci possa portare con sé e fare innamorare, appassionare e aprire delle riflessioni. Ci sono libri che da un modo ti trasformano in un altro, ti fanno provare emozioni che prima non avevi provato mai prima.
ROBERTO MORGESE: I libri contengono delle storie e sono le storie quelle che noi leggiamo e ci raccontiamo. Se un libro riesce a cambiare qualcosa è perché chi legge prende la storia  e se ne impadronisce, la trasforma a modo suo e vede come risuona nella sua vita. Il fatto di costruire le storie, questo si, che cambia la vita. Leggere libri sempre dà la possibilità di dare un senso alla  vita perché vedi la tua vita come una storia.

Vorrei fare una domanda a tutti e tre gli autori. Oltre a libri per ragazzi gli autori presenti hanno scritto anche libri per adulti. Vorrei sapere perchè si sceglie di scrivere libri per ragazzi, e quali differenze, ma anche quali difficoltà, questa scelta comporta.
FULVIA DEGLI INNOCENTI: Io  ho scritto per i bambini dai 6,8,10,13,16 anni, però  se un romanzo che porta delle emozioni e una storia poi lo può leggere chiunque,  anche un adulto. Scrivere un libro significa avere un'idea. L'idea è il nucleo  che conduce a scrivere la storia come se fosse la trama di un  tessuto o di una ragnatela. Sto usando delle metafore perché scrivere è anche saper usare le parole, fino ad arricchire tutti i particolari.  
ROBERTO MORGESE:  Io scrivo libri per bambini dai 3 anni fino ai 15,16 ma scrivo anche libri per adulti, una categoria molto pericolosa di adulti, gli insegnanti. Quando scrivo libri per insegnanti  sono serio. Invece quando scrivo per i ragazzi  letteralmente gioco e mi diverto.  
LORENZA GHINELLI: I precedenti libri erano catalogati come libri per adulti ma io sinceramente non mi sono mai posta il problema,  Le storie che racconto  sono storie  per me  sono urgenti in quel momento:  a volte perchè qualcosa  non va, a volte perché devi parlare con qualcun altro. Rispetto ai libri precedenti qualcosa è cambiato.  La leggerezza,  che rende un libro più trasversale.   Non ho mai creduto che scrivere un libro per ragazzi significasse semplificare il linguaggio perché non ho mai pensato di semplificare. Una cosa che ho notato nella narrativa che viene considerata per adulti  è che a volte gli scrittori  possono nascondersi dietro vari giochi di stile, mentre  i ragazzi pretendono la sostanza.  Questa è una sfida che ho trovato sorprendente.

Nel libro “Portami con te” c’è un barbone che insegna a Florentin a cavarsela in strada e dice: “Tu sai qual è la tua strada. Ogni uomo ha la sua. E libertà è la parola più bella”. Per Florentin forse la parola più bella è mamma. Per voi, invece, qual è la parola più bella?
FULVIA DEGLI INNOCENTI: La parola libertà è sicuramente una parola importante per me, tanto che  quando mi sono laureata ho fatto una tesi proprio sulla libertà. E quando prima vchiedevate qual è il libro che mi ha cambiato la vita, uno dei libri ha come titolo  "Libertà",  è di Jonathan Franzen,  un autore americano. Libertà  vuol dire fare la propria scelta.
LORENZA GHINELLI: La parola per me più importante è resilienza, una parola  presa in prestito dall’ingegneria.  La psichiatria l’ha presa in prestito per raccontare quella capacità cosi rara e magica che hanno le persone di volgere a proprio vantaggio un trauma ed ecco che il trauma diventa una risorsa.  Non facciamoci scoraggiare dagli inciampi che la vita ci pone davanti.
ROBERTO MORGESE: La parola che preferisco è comunità perché io ho fiducia nel gruppo non come un entità in cui ognuno fa quel che gli pare, ma per ciò che nel gruppo accade: le relazioni, la forza che una sola persona trova nel gruppo. Comunità è un insieme di membri e tiene insieme concetti come  responsabilità,  rispetto, amore, amicizia. 

Che significherebbe vincere questo premio per voi? Inciderebbe sulla vostra carriera?
FULVIA DEGLI INNOCENTI: Guarda che domanda finale grandiosa! Ma tanto i conti sono fatti, già avete votato e l’urna ha già il verdetto. Io sarei molto felice, mi è capitato in passato di vincere dei premi ed è una gioia grande. .
LORENZA GHINELLI: Per me è super speciale  essere qui a parlare.   E' una cosa impagabile. È ovvio che vincere un premio è un piacere, se dicessi il contrario sarei ipocrita. Però, veramente,  la cosa più importante è che io ho scritto il libro, anche i precedenti, sperando sempre che venga letto.  Per  l’incontro organizzato oggi con voi, per   le vostre domande, io torno a casa felice.
ROBERTO MORGESE: Condivido tutto quello che ha detto Lorenza, perché anche a me ha fatto un grandissimo piacere. Io non amavo per niente leggere.  il momento in cui ho davvero iniziato ad amare la lettura, anche con libri più complessi, è stato quando un adulto mi prestò dei libri, era un prete della mia parrocchia. Quando glieli riportavo diceva “Te piaciuto questo libro, qual è la parte che ti è piaciuta di più?"
Quando ero piccolo era molto raro fare un incontro con un autore, invece  voi avete l'opportunità. Se io risulterò vincente sarò contento, ma per  quanto mi riguarda,  rispetto alla mia esperienza di ragazzo,  i vincitori siete voi.

(trascrizione delle risposte a cura di  Francesca Astuccia e Vincenzo Paolone, III E)




Qualche impressione dei ragazzi 

Mi aspettavo fosse una cosa noiosa partecipare a questo premio. Sono rimasta contenta di quest'esperienza , ho avuto l'opportunitá di vedere come sono gli scrittori in realtá. Io  personalmente me li aspettavo molto diversi, Mi é piaciuto molto il modo calmo e pacato di esprimersi di Lorenza Ghinelli e di certo non mi aspettavo che Fulvia Degli Innocenti fosse una gran chiacchierona. Mi sono divertita molto a votare. Francesca Maisto III F

Siamo entrati verso le 9:00. Gli autori sono entrati dopo i voti dei ragazzi, poi ci sono state  le presentazioni degli autori e della presidente della  Minerva e in seguito le domande delle 4 scuole. Ogni domanda ha avuto risposta precisa e specifica, Alcune domande erano per un solo autore altre (come la mia) erano per tutti e tre. L' autrice che mi è piaciuta di più è stata Lorenza, mi piaceva di lei il suo carattere e il suo tatuaggio,  che mi aveva stupito. Infine ho avuto il piacere di farmi fare delle dediche.  Domenico Gargiulo III H

Il giorno 01/12/16 siamo stati invitati alla premiazione del premio Minerva effettuatasi al palazzo Palumbo. Inizialmente l' attesa è stata un po' noiosa in quanto abbiamo dovuto attendere gli autori dei tre libri, ma poi vedendoli entrare in sala, mi sono subito incuriosita. La cosa che mi ha colpito maggiormente è stata che gli autori non sembravano affatto come li avevo immaginati, perché leggendo i loro libri, si sono mostrati caratterialmente molto diversi dal loro modo di scrivere.Tra i tre autori la persona che mi ha incuriosita maggiormente è stata Lorenza Ghinelli,sia nel suo modo di porsi, ma anche nel modo di rispondere alle nostre domande usando un linguaggio semplice e congeniale a noi ragazzi. Non sono mancati anche momenti in cui mi sono distratta poiché alcuni discorsi erano diventati pesanti da ascoltare. Sicuramente quest' esperienze mi è servita per comprendere meglio  ciò che gli autori volevano comunicare ai lettori tramite i propri libri. Fabiana Di Maro III H

Il primo dicembre siamo andati al premio, all' inizio aspettare gli autori è stato noioso ma poi quando sono entrati  sono rimasta sbalordita, perché non me li aspettavo così. Ho subito notato che l' autrice di "Portami con te" parlava molto è anche quella che mi ha sorpreso di più  per la differenza da come l' avevo immaginata. Irene Pirozzi III H

Il primo dicembre siamo stati inviati al Premio Minerva Letteratura per Ragazzi, ottava edizione. Con sincerità, pensavo fosse molto noioso. Poi però, tutti i mercoledì alla terza ora abbiamo incominciato a lavorare ed io sono diventata entusiasta al pensiero di partecipare al premio. Arrivati al Palazzo Palumbo di Giugliano, un avevo un'ansia assurda, poiché sarei dovuta andare sul palco e fare una domanda a Lorenza Ghinelli. Dopo la votazione sono entrati gli autori. Io non facevo altro che guardare Lorenza perché mi hanno colpito molto il suo modo calmo e sorridente e la sua bella chioma riccia rossa. Anche Roberto Morgese mi è apparso molto simpatico. La prima ad essere intervistata è stata Fulvia Degli Innocenti e subito ho capito che è una gran chiacchierona, ma a me non dispiaceva per niente, perché a me incuriosisce molto sapere della vita normale al di fuori del lavoro degli autori e cosa pensano veramente. Mentre si leggevano le schede coi voti, abbiamo avuto l'opportunità di fare foto e avere un autografo da ogni autore. Appena ci siamo seduti tutti, ci è stato comunicato il nome della vincitrice: Lorenza Ghinelli. Il suo libro a me è piaciuto di più, infatti sono stata molto contenta che abbia vinto lei. È stata un'esperienza bella ed emozionante, che non scorderò mai. Francesca Astuccia III E


Il 1/12/2016 sono stato al Premio Minerva 2016 presso il palazzo Palumbo . Io e i miei compagni abbiamo rappresentato l'Ada Negri . È stata un'esperienza unica, anche perché abbiamo conosciuto Fulvia Degli Innocenti, Lorenza Ghinelli e Roberto Morgese. La vincitrice del premio è stata Lorenza Ghinelli. Il suo libro mi è piaciuto molto. C'erano molti personaggi e tante vicende differenti che si sono concluse tutte con un lieto fine . Le espressioni che usa sono comiche ma significative. Francesco Scotti II E

Quando la mia professoressa  mi chiese se volevo partecipare al progetto Minerva le risposi di si, ma poi pensai che sarebbe stata una cosa noiosa. Nel riunirci  per formulare delle domande sono diventata molto entusiasta del progetto. Il 1 dicembre,  al palazzo Palumbo, sinceramente avevo un pò d'ansia perché comunque ero emozionata al pensiero di porre la domanda allo scrittore Roberto Morgese ma ero anche felice e serena poiché mi piaceva l'idea  di essere un giudice. Giulia Scarda III G

Il 1 dicembre io, le mie amiche e altri ragazzi di altre classi siamo stati invitati al "Premio Minerva Letteratura per ragazzi" presso il Palazzo Palumbo,a Giugliano.Appena arrivata ero molto ansiosa ma dopo aver esposto la mia domanda l'ansia è scomparsa. Io e gli altri ragazzi di altre scuole abbiamo avuto la possibilità di esporre  una nostra curiosità, sotto forma di domanda, e ascoltare le loro risposte e abbiamo anche votato il libro che ci è piaciuto di più tra i tre. Sono molto felice di aver vissuto questa esperienza.
Flora Mastellone III G

Alcune nuove esperienze iniziano quando a scuola i prof hanno idee strampalate. Infatti io sono rimasto molto perplesso quando in classe la prof comunicò che  si sarebbe tenuto il  Premio Minerva e che avremmo potuto partecipare.
Inizialmente non sapevo se partecipare o meno,  la proposta non mi allettava soprattutto perché si doveva leggere. Ma alla fine  ho ricavato  una bellissima esperienza. Vincenzo Paolone III E

Sono molto felice di aver partecipato a quest'esperienza. È stata una vera passeggiata e mi ha trasmetto molte emozioni. Ho incontrato gli autori di tre libri interessanti e significativi.  Inizialmente ero un poco ansiosa ma allo stesso tempo soddisfatta di trovarmi lì e poter togliermi un dubbio riguardo al libro "Almeno il cane è un tipo a posto" di Lorenza Ghinelli. Finite le domande da porre ad ognuno degli autori, ci è stato lo spoglio dei voti, . Di questo progetto ho anche ricordi: le foto e gli autografi. E non è finito qui. Ci siamo proposti  di scrivere recensioni e di fare altri  lavori per poter conservare quest'esperienza e lasciarla  anche  alla scuola. Giusy Mancino III G





Appuntamento a maggio, per la gara tra i lettori dei libri del Premio Minerva.


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