Dal 2010 è operativo presso la stazione dei carabinieri di Villaricca un programma di educazione alla legalità che vede i militi “in azione” nelle scuole - e anche in altri centri di aggregazione - non in funzione “repressiva”, ma come formatori.
In questa ottica si è svolto l’incontro tra il maresciallo Salvatore Salvati e i ragazzi delle classi II e III della nostra scuola.
La collaborazione tra la scuola e l’ Arma dei carabinieri è un emblematico esempio di sinergia tra istituzioni per lo sviluppo della cultura della legalità e della buona convivenza.
“Per un controllo fermammo un’autovettura. Conducente e passeggeri indossavano tutti la cintura di sicurezza – racconta il maresciallo Salvati – Dal finestrino posteriore si sporse un ragazzino e mi salutò, dicendomi: ”Ciao maresciallo. Hai visto? Sono stato io a convincere mamma e papà a mettere la cintura.”
L’interesse mostrato dai ragazzi, come dimostrano le seguenti impressioni, spinge a fare sempre di più.
Durante l' incontro con il maresciallo Salvati abbiamo affrontato diversi argomenti tra cui il bullismo, la droga ed il pericoli che corriamo in rete. Sin dall' inizio ci è sembrato una persona molto determinata che sa interagire molto bene con i ragazzi, facendoci capire cose importanti con leggerezza. Ci ha raccontato quando in caserma una madre andò a denunciare un episodio di bullismo, perchè il figlio da alcunei settimane inventava scuse per non andare a calcetto perchè i suoi amici lo prendevano in giro e non gli passavano la palla solo perchè non indossava vestiti firmati. Quando ci ha parlato di questo episodio siamo stati travolti dalle emozioni: tenerezza, perchè comprendevamo lo stato d'animo del ragazzo ma nello stesso tempo anche ammirazione, perchè ha avuto il coraggio di parlare alla madre.
Abbiamo imparato cose nuove, ad esempio non sapevamo che per la legge i ragazzi con etá inferiore ai 14 anni non vengono puniti ma devono seguire dei corsi per capire di aver sbagliato e nei casi più gravi vengono allontanati dalle famiglie .
È stato un incontro molto bello che ci servirá molto .
La 3^A
E’ stato interessante ascoltare e informarsi su ciò che accade per strada. Il maresciallo ci ha anche dato dei consigli su come comportarci e ha detto che prima di fare qualsiasi cosa bisogna sempre riflettere e bisogna sempre dire la verità. Maria Picaro II C
Il maresciallo ci fece subito capire una cosa. Non ci avrebbe trattato come dei bambini, ma da ragazzi quali siamo. Credo che anche lui in fondo volesse abbattere questa barriera e parlare di alcuni argomenti in modo diretto. A parer mio giustamente, perché nonostante la nostra giovane età siamo comunque consapevoli di quello che succede intorno a noi.
A volte sembra che "i grandi" vogliano farci crescere in una sfera di vetro, senza farci affrontare la realtà, eppure è una cosa senza senso. Il maresciallo cominciò subito dicendo che avremmo parlato del bullismo, del cyber bullismo e delle sostanze stupefacenti. Il discorso sul bullismo è stato molto serio, non il classico: Non fate queste cose.
No, di divieti sterili ne avevamo abbastanza. Addirittura facemmo anche un esempio piuttosto esauriente su quelli che sono i ruoli del bullo, della vittima e degli spettatori e sulle conseguenze legali e psicologiche su ognuno di questi personaggi.
La vittima ad esempio, sentendosi sempre più esclusa e derisa dagli spettatori potrebbe diventare un emarginato o addirittura cadere in depressione.
Dopodiché abbiamo parlato di un argomento a mio avviso più interessante: il cyber bullismo. La sala si fece più calda, più attenta, più tesa. Credo che un po' tutti i ragazzi si siano rispecchiati nelle parole del maresciallo, perché ormai tutti viviamo in un mondo dove i ragazzi passano la maggior parte del loro tempo sul cellulare, senza pensare al mondo esterno, e se provi solamente ad andare controcorrente vieni bollato come "stupido".
Mi é piaciuto davvero molto quest'incontro, spero che ci siano altre incontri simili in futuro per gli altri ragazzi, perché sono argomenti e problemi REALI che vanno affrontati senza peli sulla lingua. Leonardo Russo III E
Abbiamo parlato del bullismo, un argomento che tocca da vicino molti ragazzi tra cui uno dei miei più cari amici. Ho pensato a quanto le persone agiscano senza pensare, senza dare importanza a ciò che provano gli altri. Insomma il gioco è bello quando tutti ridono. Ci ha spiegato, con delle scenette che ha fatto con dei ragazzi, che chi guarda e non interviene è complice. Ci ha detto di pensare sempre con la nostra testa di non lasciarci mai influenzare dagli altri e se c'è qualcosa che secondo noi non è giusta è giusto rivolgersi a degli adulti. Mi ha comunicato in quel momento il mio motto. Pensare sempre con la propria testa e non farsi cambiare dagli altri perché ognuno di noi è unico e irripetibile e non deve diventare qualcun'altro a causa del gruppo.
Conosco le problematiche relative alla maggior parte delle cose di cui ha parlato il maresciallo, ma é stato bello ugualmente perché fermarsi a riflettere aiuta a crescere, e anche se sono cose di cui ho discusso molte volte mi ha fatto piacere rifletterci su ancora.
Sara Anzalone III E
Un'altra cosa che ci ha raccontato il maresciallo e che mi ha stupito è che se per esempio da giovani si fa qualcosa di sbagliato questo incide sul futuro. Matteo Navarra II C
Guardando il capo dei carabinieri, non so nemmeno io il perché ma mi sentivo al sicuro con lui, Forse era per la divisa che indossava, boh.
Iniziato ľ evento il Maresciallo ha iniziato a parlare di bullismo, un argomento molto delicato ma lui é riuscito a farci capire, anche attraverso una scenetta, che é una cosa sbagliatissima e che dai sedici anni in poi si puó essere puniti anche con la GALERA.
Abbiamo parlato della pedofilia...questo é un argomento che mi incuriosisce ma allo stesso tempo mi spaventa, ed é molto facile diventare vittima (pure con i Social Network).
In conclusione sono stato molto ma molto contento di partecipare a questo incontro e se in futuro alle scuole superiori ricapiterà non esiteró a farmi avanti.
Andrea Bavaro III E
Mentre parlava il maresciallo mi sono appassionato a ciò che diceva, sia per come si esprimeva, sia per la sua gentilezza verso gli alunni.
Mi ha colpito molto quando ci ha parlato del cyber bullismo perché non mi sarei mai spettato che una cosa all’apparenza banale potesse scatenare un putiferio.
Domenico Cante II C
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